Da Firenze a San Siro: toccata e fuga

In poche ore mi ritrovo catapultata dagli austeri palazzi fiorentini a San Siro.

Weekend perfetto: unire il sacro con il profano! Giornate primaverili a ottobre, Ponte Vecchio di corsa e magnifici palazzi d’epoca… impagabile cucina toscana. Peccato averli abbandonati dopo poche ore ma il dovere chiamava.

Non è facile dividersi nel medesimo weekend tra la cerimonia nuziale di amici cari, nella città d’arte per eccellenza, e l’amore per il pallone che rotola, passando dall’alta velocità … agli spalti mezzi vuoti.
Sonno, stanchezza, noia per gran parte di Milan-Sassuolo, nonostante la superiorità numerica. Era forse il Sassuolo con un uomo in più?!

La spumeggiante notte brava sull’Arno si fa sentire e gli 11 in campo non aiutano a tenere alta l’attenzione.
Il Milan del 2015 ha un ritornello stonato: porta mai inviolata. Se la matematica non è un’opinione, 0 nella casella gol presi, regalerebbe punti preziosi!

San Siro porta in dote il miracolo dei tre punti raggiunti al foto finish: non succedeva da anni, dall’epoca di Ancelotti allenatore.

Se la voglia che si è palesata nel forcing finale ci fosse più spesso i risultati arriverebbero.

Essere tornata di corsa da Firenze, direzione primo anello blu, ora ha un suo perché! 3 punti che fanno respirare e muovono le acque nonostante la suspense, mentre con ironia la curva intona il coro “vinceremo il tricolore”. Musica lontana nel tempo.

Un mare di tifosi venuti da Sassuolo a sostenere la loro squadra: incredibile.

Il divertimento e le emozioni vere sugli spalti prima o poi arriveranno… intanto mettiamo fieno in cascina. Fa comodo.

B, B, B: le tre B che in campo danno un minimo di qualità a un Milan “piccolo così”.

Provaci ancora Milan!

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