La Roma c’è, il Milan non ancora

Il calcio è strano. Quando sembra di aver in pugno una partita e di poterla portare dalla tua parte, un gol, colpo da Dzeko, ti lascia a terra. Sprazzi di gioco corale e di voler portare a casa il match ci sono stati anche per gran parte di Milan Roma. Poi, nel nostro momento migliore, dopo averli schiacciati a lungo nella loro metà campo, ci sgretoliamo, senza trovare una via di fuga, anzi soccombiamo, venendo azzannati dai canini della lupa.

Unisci cinismo a fortuna e trovi il mix per sconfiggere l’ospite. Che disdetta.

La testa è il primo vero problema da risolvere in questa lunga pausa senza campionato. E questo è lavoro per Montella. In secondo luogo sarà fondamentale trovare al più presto quella quadra che diventi la base per dare il là alle sinergie vincenti. Ed è sempre lavoro per Montella. Da ultimo non si può prescindere da una condizione atletica ottimale. E qui sembra che i lavori siano già in corso.

I buoni giocatori ci sarebbero, il più è riuscire a farli rendere al meglio. Solo così si potrà crescere.

Spirito e voglia di fare bene si sono visti ma spesso non bastano da soli. Il cuore non è sempre decisivo: senza malizia e cattiveria sotto rete il gol non arriva e la beffa è servita. Le solite amnesie difensive hanno permesso ai giallorossi di portare, nel momento topico, la sfida nel loro versante. Al primo episodio negativo la squadra implode e i gol subiti in ogni partita diventano troppi.

Andre Silva che si dà da fare, voglioso e affamato, su tutto il fronte dell’attacco è un bel segnale, purtroppo è mancato il gol. Rodriguez talentuoso. C’è Borini, lasciato spesso solo sulla fascia ed ignorato dai compagni…

E poi c’è il turco (ricorda vagamente Boban) che fa da raccordo tra centrocampo e attacco, perdendosi però in troppe giocate sterili. Psico-calcio anche nel suo caso?

Pensando al numero 21 in mezzo al campo, mi torna alla mente il metronomo Pirlo, illusa di vederlo ancora lì. Invece al suo posto c’è un Biglia qualunque, un po’ più lento rispetto al “Trilli Campanellino” degli anni d’oro!

Allo stadio, come al cinema, non è bello andare via prima del finale, anche nei momenti più bui. Ahimè, tifosi increduli e delusi ci aspettavamo ben altro.

La prova della verità ha rimesso il Milan in una situazione di classifica critica. Siamo già al dentro o fuori ai primi d’ottobre.

Il margine d’errore sarà ridotto al lumicino alla prossima partita post sosta, anzi, sarà sotto zero la possibilità di sgarrare. E che sfida ci sarà in programma? Una come tante, ma da cardiopalma.

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6 Comments

  • Il mio problema continua ad essere che non vedo ancora una personalita’ decisa in questa squadra come non la vedo in Montella. Secondo lui, tutto e’ bello e buono. Io mi domando: e quando incominciamo a vincere con le squadre grandi???

    • La sosta deve servire a portare personalità e a riportare tutti sulla retta via, e il più presto possibile sono necessarie vittorie con le grandi!

  • Io non riesco più a trovare scuse…forse l’unica che regge è che siamo in costruzione! È certo che dai “pilastri ” della squadra (Donnarumma Bonucci Biglia Kalinic) ci si aspetta molto , ma molto di più!

    • Quella è una scusa abbastanza veritiera! sono d’accordo sull’aspettarci di più dai pilastri della squadra…

  • Personalita’, aggressivita’, fisicita’…
    Un po’ di talento in campo (Suso e Jack fuori e’ cosa incomprensible…).
    E niente scuse! Siamo il MILAN

    • Queste le tre chiavi mancanti…
      E senza talento non si va da nessuna parte !!
      Che Montella rifletta bene in questa sosta.
      Dobbiamo essere il Milan e dimostrarlo concretamente…

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