Ciao Davide: Stop. La Serie A si ferma.

Il destino alcune volte è terribilmente crudele. Come accettare l’improvvisa perdita di un giovane talento, di uno sportivo apprezzato e rispettato da tutti?

E ripetere ancora una volta che sono proprio le persone speciali ad andarsene troppo presto, che senso può avere?

Davide Astori, volto pulito del calcio, ovunque sia stato ha lasciato ricordi indelebili dalle giovanili del Milan alla Fiorentina. Quanto bisogno ci sarebbe di campioni come lui.

Testimonianze toccanti hanno inondato i diversi canali social.

Come ha twittato Enrico Ruggeri: “Passiamo la vita a correre e competere, ognuno alla ricerca del suo gol personale.
Poi qualcuno stacca la foglia dall’albero.”

Un Fognini emozionato, ha dedicato la sua vittoria al “Brasil Open” a Davide, ragazzo sorridente e uomo maturo al tempo stesso.

Peccato che sia un evento drammatico a far tornare con i piedi per terra il mondo del calcio e non solo. Di fronte a tragedie di questo tipo, viene colpito al cuore chiunque, anche chi non interessato a questo sport.

Il buon senso e la ragione sono prevalsi nel rinvio dell’intera giornata di serie A che avrebbe riguardato anche il Derby meneghino.

I giocatori delle diverse squadre hanno per primi chiesto il rinvio delle partite.

Con che testa, con quale spirito si sarebbe potuto scendere in campo? Nemmeno il silenzio di un pubblico toccato nel profondo del cuore sarebbe stato sufficiente.

Altro che l’attesa per il big match del week – end! A prendere il sopravvento sono stati sgomento e amarezza, una frustrante sensazione d’impotenza.

Ci sarà anche chi obietterà che, quando fatti simili avvengono in altri ambiti della vita quotidiana, l’intera nazione non si ferma. Ma nel mondo dello sport il campione vero appartiene un po’ a tutti, ci si identifica in lui.

Certo, l’insistenza con cui il mondo mediatico, sebbene in buona fede, si impossessa di una vicenda simile, lascia perplessi. Dopo le prime accorate reazioni si è assistito al ripetersi insistente delle più banali ovvietà.

Che scenda ora finalmente il silenzio sulle nostre domande.

 

 

 

 

 

 

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