Troppo tempo è durato il mito del calcio per soli uomini. Al giorno d’oggi è sfatato. Sono attorniata da donne agguerrite che mettono in primo piano la propria squadra. “Perché perché la domenica mi lasci sempre sola…” è un ritornello vintage! Passione senza età, come nel mio caso, ogni momento è buono! Dal giocare con le Barbie a diventare tifosa sfegatata ne è passata di acqua sotto i ponti: forse l’università “cattolica” ha aperto nuove vie! La verità è una soltanto: recuperato il tempo perduto, quasi inconsapevolmente si è maturato il passaggio di consegne in famiglia e Simo, come ama ripetere, ha creato un “mostro”. L’allieva supera il maestro e lo aggiorna in tempo reale.
Da una scintilla s’è scatenata una miscela esplosiva: mi sono ammalata di tifo e di Milan, fino a perderci la testa. Emblematiche sono le due tesi di laurea a tema e la rivelazione traumatica per familiari ed amici. Da un giorno all’altro il “primo blu” è diventato la mia seconda casa, irrinunciabile in ogni stagione dell’anno, e ho provato l’ebbrezza delle trasferte ultras, momenti indimenticabili, soprattutto se conditi dalla ben nota musichetta. Milan amore viscerale, come e più di un fidanzato!
Il colmo di tutto ciò? Definita da molti “schizzata”, andavo in tensione e soffrivo più per una partita che per un esame universitario! Unbelievable!
Ripercussioni maniacali piovute a catena: orari e calendario delle partite in rosso sull’agenda, aggiornamenti continui da web, tv e stampa, segretaria per amici e amiche tifose: “le so tutte”. Last but non least, cosa inimmaginabile fino a dieci anni fa, aver creato un’autentica biblioteca a tema.
Siete ancora tutti convinti dell’ossimoro donne tifose? Ve lo smonto in un battibaleno.
Mi riferisco all’amica che, come sottofondo nuziale, cosa può mettere se non l’inno della Champions appena vinta dal Milan? Si gode con me il pallone d’oro di Kakà in Duomo e resta tifosa vera, pur diventando mamma. Così come all’amica, madrina degli anni di tifo in primo blu, che, sposando un super tifoso juventino, abbandona lo stadio, ma non rinnega la propria fede. Per non parlare di tifose che condividono gioie e dolori nell’agguerrita caccia ad una tessera libera per le grandi serate.
Cugine, non solo di fatto, ma anche nel tifo…che ostentano la passione! E poi tante promesse da mantenere per andare allo stadio con nuove amiche.
Potente questa mia malattia, contagiosa anche tra donne in famiglia, quasi surreale: nonna 88enne, appassionata come non mai, e mamma partecipe a modo suo! Ancora, tifose scoperte facendo shopping o chiacchierando in pasticceria, dove è più facile stemperare anche le delusioni. Aneddoti ce ne sarebbero a bizzeffe!
I tempi del fuorigioco ignaro alle donne sono preistoria: oggi condividono la conoscenza, o presunta tale, di regole e schemi.
Laura Pausini e Federica Fontana sono esempi di tifose rossonere DOC, Sabrina Ferilli dedica uno spogliarello ai tifosi romanisti, così come Anna Falchi ai laziali.
Lontani i tempi in cui un esilarante striscione laziale così recitava: “Ilary e Totti: una letterina per un analfabeta”. Ne ha fatta di strada come tifosa l’allora fidanzata del “pupone”.
Il calcio aggrega le coppie: non storcerete ancora il naso. Suvvia uomini, dovreste solo esser felici e approfittare di tutto ciò.
Marta giro per i corridoi di lega professionisti serie A, faccio produrre i materiali che vanno in campo ad ogni giornata di campionato e, da donna, anche professionalmente è sempre un’emozione!