I valori dei ritorni

La storia recente del Milan è contraddistinta da vari ritorni di calciatori ed allenatori, spesso con esito negativo simile.

Uomini che per ragioni d’affetto, ovvero il capriccio della moglie e la scusa di far imparare l’inglese ai figli, vedi il caso Schevchenko, o per ragioni di bilancio, vedi il caso Kakà, hanno lasciato un ambiente dove si trovavano bene ed erano coccolati, per finire in una realtà dove non erano al centro del progetto.

Kakà, con grande malumore di noi tifosi affezionati a un giocatore simbolo come lui, nel gennaio 2009 stava per essere venduto al Manchester City: ci furono grandi cori allo stadio “Non si vende Kakà” e proteste dei tifosi! Il 19 gennaio 2009, davanti agli schermi di Milan Channel, vidi Kakà affacciarsi alla finestra di casa sua con la mano sul cuore a confermare che sarebbe rimasto al Milan, un momento indimenticabile…

Peccato che pochi mesi dopo, per ragioni di bilancio, avvenne comunque la sua dipartita: destinazione Real Madrid. Per me, come per tanti milanisti, fu un colpo al cuore, tale da non dormirci la notte.

In passato calciatori come Gullit, Donadoni e Schevchenko , allenatori come Sacchi e Capello furono un “flop” alla seconda avventura milanista. Eppure si tratta di personaggi dotati di un’intelligenza calcistica superiore alla media, di grandi valori umani, oltre che di grande talento!

Sheva al suo ritorno al Milan era ormai un ex calciatore…l’ombra di se stesso, irriconoscibile! Fin dalla prima partita, sbagliò gol clamorosi a porta vuota…

Voglio sbilanciarmi: il caso Kakà è differente, per lui e per noi tifosi è il ritorno “a casa”. Noi gli offriamo una grande occasione: ora o mai più! E il trampolino per i mondiali in Brasile 2014!

Cuore e cervello per un uomo come lui devono fare da traino.

Tam tam mediatico alle stelle e t-shirt “Kakatevi sotto” tirate fuori dalla naftalina!

Sono già pronta ad andare in primo blu cantando: “Siam venuti fin qua per vedere segnare Kakà”.

Che esaltazione poter gridare: sogno o son desta!

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