Pensavamo di annoiarci e a di vedere il Milan ammorbante delle ultime settimane!
C’era poi chi, causa jet-lag, temeva di addormentarsi…
Invece, stare chiusi e segregati per alcuni giorni nel carcere di Milanello, ha, come un terremoto, scosso i giocatori e tenuti desti i fedelissimi.
E ci ha pensato anche qualcun altro ad aggiungere peperoncino alla sfida.
Di Bello di nome e non di fatto! Bello per davvero il risultato, l’essere in più di 51000 in un lunedì d’inverno maggese a San Siro e crederci fino all’ultimo.
La grande bellezza non ci appartiene ancora: contava solo vincere e battere la sfortuna degli infortuni.
Ci sono diverse modalità per fare i primi della classe, ma guai se la professionalità finisce sotto i tacchetti.
Altro che i migliori arbitri del mondo; i nostri sono nel pallone! Allucinante quanto visto dal vivo.
Se i fischietti imparassero ad usare un metro di giudizio universale si sarebbe tutti più sereni.
Troppo spesso i primi a finire sul taccuino, guarda caso, sono proprio i nostri.
La saga arbitrale sta diventando una never ending story: new entry di Netflix?
Scene da Far West quando gioca il Milan, tra campo dove menano come pochi, e non solo…
Prima vengono gli uomini e dopo i calciatori: la maglia del Milan va onorata e rispettata, a prescindere.
Eravamo in diversi tifosi ad aver sperato nelle due punte dal primo minuto senza lo spagnolo; invece ha avuto ragione Rino!
Dopo aver crocifisso a lungo Suso, l’abbiamo rivisto nel vivo della squadra: meglio tardi che mai.
Suso, lontano parente dell’uomo ombra di tanti mesi, ha acceso la squadra con classe e dal nulla ha colpito la rete.
Riavviamo l’I – Phone? No, la corsa alla Champions.
Noi casciavit siamo nati per soffrire, ce l’abbiamo nel sangue l’animus pugnandi. Ma se poi si aggiungono le espulsioni da comiche, allora lì arriva il brutto.
Palacio invece è un sant’uomo? Lui può andare impunemente faccia a faccia con Borini, come se fossimo in campagna elettorale.
E poi quei minuti di recupero con suspense, giocati nei pressi della bandierina, a difesa del bottino, hanno ricordato un tale Pippo!
Ad avere la meglio su tutto è stata la voglia di vincere del gruppo: dai titolari, a chi gioca poco, ai Capitani alla Zapata, o Abate.
Il cuore pulsante di Ignazio ha la meglio su tutto, capitano e rossonero vero. Per lui applausi scroscianti.
Non avevamo un leader? Ignazio è il primo di tanti e migliore in campo. O resta o resta: non c’è santo. Facciamo una petizione.
Ci sono anche quei giocatori spesso bistrattati che però, chiamati in causa, dicono la loro come Borini, esempio di professionalità e serietà. E Jose Mauri che personalità!
Ora non ci resta che fare la conta dei superstiti tra feriti e puniti.
“Se avessimo avuto sempre la grinta di Milan Bologna…”, come dice Andy.
Tornano i giochi di sguardi, la complicità a fine partita, e c’è chi, come il piccolo Ale, può festeggiare la sua seconda volta allo stadio.
Ti aspettiamo ancora in futuro con il tuo papà, che ti fa crescere sulla retta via!
“Crederci sempre” come suggerito da Abate via Instagram!
Grandi fuoriclasse non ne abbiamo, ma se avessero tutti l’abnegazione e la voglia di Abate e Cutrone saremmo una squadra migliore!