Dopo aver chiuso il 2016 con una nuova, sofferta, meritata Coppa in bacheca, il nuovo anno stava iniziando sotto tutt’altra veste… Sarebbe stata una goduria dimezzata.
Ma per fortuna le partite durano 90 e più minuti! Ai piani superiori e inferiori ne sono consapevoli.
È una stagione particolare questa, dopo anni in cui vincere le partite contro chiunque era un’impresa. Lo spirito e la fame nelle ultime stagioni erano qualità da extra terrestri!
Apparentemente il vento sta cambiando… nonostante il mercato estivo e l’attuale non prevedano oro, incenso e neppure mirra.
Si avvicina il giro di boa e sarebbe bello vedere sempre più tifosi allo stadio, non solo nei big match.
A Doha per la Supercoppa ribaltare il risultato di svantaggio è diventato mission possible, sia durante il match, sia nel clou dei rigori.
Da Sheva a Pasalic la storia si ripete!
Riuscire a sconfiggere due volte in una stagione la squadra che domina incontrastata in Italia da anni è buon segno.
La Maginot Paletta – Romagnoli cresce a vista d’occhio, garantendo più equilibrio.
Aver vinto contro le cosiddette squadre “piccole” rappresenta un’ulteriore nota positiva, anche se al foto finish e per il rotto della cuffia. Ma che fatica.
E poi c’è chi festeggia il 19esimo compleanno in campo, con la scioltezza e nonchalance di un veterano. A Riccioli d’oro, faro di centrocampo, manca solo il gol per i 19 anni. In 6 mesi ne ha fatta di strada, con tante lacrime di gioia da San Siro a Doha.
Tra Rafael e Donnarumma indovinate chi è stato più operoso? Nessuno dei due. Pericoli scampati minimi; più che altro avranno fatto amicizia con l’inverno, finalmente arrivato nella città meneghina.
La partita giocata a cavallo dell’Epifania da due stagioni era sinonimo di beffa. Come non ricordare il gennaio 2016?! Ma la cooperativa Lapadula – Bacca ha riempito di dolcetti le calze e riscaldato il tifo degli infreddoliti presenti.
Lapadula c’è e risveglia dal torpore recente Bacca. Lapa quando entra trasmette elettricità: è un trascinatore. Il boato che arriva dal primo anello blu agli altri settori dello stadio ricorda l’effervescenza di quando entrava Inzaghi. Il suo ingresso in campo è sempre sinonimo di positività. Chiamiamola zona Lapa.
Montella forse avrebbe potuto buttarlo nella mischia prima.
Last but not least, il numero 9 attuale nasconde addirittura una vena pianistica che… annulla il fuso orario di Miami.
Il rigore di Doha è perdonato. Errare humanum est se poi, cambiando i fattori, il trofeo lo porti comunque a casa.
Saranno i troppi brindisi o il clima ancora vacanziero ad aver portato tante squadre affamate d’Europa ad acciuffare la vittoria negli ultimi minuti? Pazzesco.